Il Grande Viaggio verso l’oceano Atlantico
Il Grande Viaggio verso l’oceano Atlantico
Scritto da Matti Molinari
Per realizzare i sogni, servono una maglietta e una macchina per fare magie.
Se ti regalassero una macchina per fare magie la useresti per appoggiarci sopra i tuoi vestiti o la useresti per realizzare i tuoi sogni?
Esco di casa con lo zaino sulle spalle ed inizio a camminare. Il mio sogno è facile da realizzare. Ha la forma di un sentiero e due coordinate sono la mia meta. Non ho bisogno del coraggio, non mi serve avere un piano e non devo aspettare il momento opportuno; devo solo fare il primo passo e poi un altro e un altro ancora.
Così si realizza il mio sogno.
Un sogno è facile da realizzare.
Ho viaggiato per 120 giorni e percorso più di 2300 km sui sentieri di montagna. Misurato il fiato salendo decine di migliaia di metri di dislivello. Muovendo circa 3.000.000 di passi ho attraversato cinque catene montuose e tre nazioni.
Tuttavia Il Grande Viaggio iniziò nella mia immaginazione, con un paesaggio dai contorni indefiniti.
Poi con il passare dei giorni, una visione coltivata e arricchita di particolari e di bellezza si trasformò in un’immagine fissa tra i pensieri. La nitidezza del soggetto e le sfumature nei colori
trasformarono l’immagine in un sogno e a quel punto sembrò necessaria una magia perché potesse realizzarsi.
Nel mio caso l’immagine era quella di una spiaggia, il sogno un cammino verso ovest e il corpo l’unico espediente per realizzarlo, ovvero la mia macchina per fare magie.
Il Grande Viaggio: in cammino verso l’oceano Atlantico
Iniziò tutto a Forlì, città nella quale sono nato e dove faccio base tra un viaggio e l’altro, a circa venti minuti di auto dalla riviera romagnola. Qui le tranquille acque del mar Adriatico bagnano unaspiaggia, sempre soffocata di turisti nei mesi estivi.
Mossi il primo passo davanti alla porta di casa, verso la fine dell’inverno e per circa quattro mesi il cammino mi portò attraverso mezza Europa con direzione: oceano Atlantico.
Nel mio instancabile andare, con la pelle sempre avvolta in una morbida t-shirt tecnica di lana merino, l’immaginazione viaggiava di pari passo ed oltre a quella spiaggia, tra i pensieri iniziava a farsi spazio una nuova immagine. Così, mentre macinavo chilometri attraverso catene montuose che separano nazioni, lungo le verdi distese della campagna e nella calura delle aride terre spagnole, Il Grande Viaggio assumeva le sembianze di un ponte.
Fatto di terra battuta, di ciottoli, pietraie e sabbia, con lussureggianti aree di sosta all’ombra di un albero, lungo le fresche rive di un ruscello o sull’alto di una montagna, questo ponte univa il mare di casa, all’oceano.
La manica corta merino di Biotex mi ha accompagnato per tutto Il Grande Viaggio.
©Mattia Molinari
Una macchina per fare magie
Una volta superate le resistenze delle prime settimane di cammino, vinta la mente che cerca in ogni modo di allentare cinghie e bulloni per sabotare una macchina quasi perfetta, inserì la folle lasciando che fosse la semplicità dei passi a condurmi.
E la mia macchina viaggiava bene, scorrazzava su quel ponte attraversata da mille emozioni. Lo stato d’animo e quello fisico scambiavamo simultaneamente sensazioni sottili, apparendo in perfetta armonia come gli ingranaggi di un motore ben lubrificato.
Là fuori nell’ambiente naturale, nonostante la mancanza di comfort impedisse ogni sensazione di comodità, il mescolarsi tra la cadenza del passo che risuonava come un mantra, un orizzonte in continuo cambiamento, l’assenza di distrazioni e un mix finemente misurato di polipropilene e lana merino rappresentava una miscela perfetta per alimentare la mia macchina affinché facesse le sue magie.
Così, con quella maglietta divenuta ormai una seconda pelle talvolta bagnata dalla pioggia e talvolta asciugata dal sole, ma pur sempre traspirante, raggiunsi Tarifa, una piccola cittadina sulla costa andalusa della Spagna meridionale.
Non a caso scelsi questa destinazione. Tarifa è il punto più a sud dell’Europa continentale e nella sua spiaggia le acque del mar Mediterraneo incontrano quelle dell’oceano Atlantico.
Sulla spiaggia di Tarifa, davanti all’oceano Atlantico. © Mattia Molinari